In questi 23 mesi da malato oncologico ho avuto modo di vedere come il tumore può veramente cambiare l'esistenza di una persona. Come può mandare in frantumi una vita, distruggere le convinzioni, sradicare hobby e passioni ma come può al tempo stesso insegnare a capire quello che è il lato nascosto, vero, fondamentale del nostro vivere quotidiano. Se dobbiamo analizzare uno alla volta gli aspetti negativi, è ovvio che ce ne sarebbero tanti da dire. A me in particolare, che sono sempre stato una persona solitaria, mancante di affetto nell'infanzia quindi insoddisfatto della vita, una persona "diversa" solo perchè aveva delle idee differenti da quelle della massa e quindi messa da parte, il cancro ha trovato un humus fertilissimo dove compiere la sua azione distruttrice. Perchè ai problemi di tristezza e di solitudine si sono aggiunti prepotentemente quelli che tutti i malati di cancro hanno, li vogliamo definire con le loro parole: markers, Pet, Tac, ecografia, RPLND, ricovero, morte e via discorrendo. E molte volte può capitare che dopo aver faticato tanto per trovare nuovamente una parvenza di normalità, questi pensieri ritornano, si introducono di forza e ti fanno crollare in frantumi di nuovo. Una parte di te purtroppo viene pilotata dalla tua mente segnata dal tumore e l'istinto di conservazione che non sa rassegnarsi ti fa vivere in un perenne limbo dal quale non sai se precipiterai giù o ti tirerai fuori definitivamente. A livello personale dopo alcuni mesi che ho avuto diagnosi ed operazione ho iniziato, forse perchè psicologicamente non avevo ancora elaborato tutto, a non dormire più la notte, a sentirmi sempre inquieto agitato e nervoso, a chiudermi ancora di più e a rifiutare ogni contatto con tutti. A questo si deve ahimè aggiungere un fattore che forse molti conoscono, sto parlando dei familiari che molto spesso ti ripetono in buona fede frasi rassicuranti "dai su il tumore è passato", "ma non pensarci più","tu stai bene","hai tutte le chances di una persona senza cancro per ammalarti","esci e divertiti","i tuoi dolori sono tutti psicologici" quando magari sui loro stessi volti leggi la paura e il terrore puro che il cancro possa tornare o che possa colpire loro. Poi, altro capitolo quello dei medici che purtroppo in alcuni casi svolgono il loro lavoro meccanicamente, per i quali tu sei solo un paziente, un numero, un caso, e non una persona. Ovviamente non voglio generalizzare perchè nel mio cammino ho incontrato anche dottori e medici con i quali si è creata un'empatia fortissima, un medico ha anche pianto quando gli ho esposto tutta la mia disperazione psicologica, ma dall'altro lato ci sono stati anche dei dottori che mi hanno detto frasi e parole come:
"tu devi ricoverarti in neuropsichiatria non qui"
"devi accettare il fatto che ti stai femminilizzando"
"tu hai problemi di tiroide il cheratocono a tutti e due gli occhi un inizio di diabete disturbi di personalità il carcinoma (??) è ovvio che sei in crisi"
"ah ma tu sei medico ? e allora che ci sei venuto a fare da me se sai più cose di me fai come dici tu !"
"i tuoi dolori sono solo nella tua testa, è il tuo cervello ad essere partito"
salvo il caso che, quando la malattia si è ripresentata, si sono difesi dicendo "ma noi glielo avevamo detto che poteva essere il tumore a tornare e che i dolori erano fisici e non mentali"... ma lasciamo perdere questo argomento...
A livello psicologico poi, questo l'ho sperimentato io durante la chemio, si avverte anche la necessità di rimanere soli, con i propri pensieri, o anche soltanto per avere un pò di calma e tranquillità. Invece nulla di tutto questo, almeno per come è successo a me. Parenti che non vedi da tempo che per sciacquarsi la coscienza (e per rimediare una cena gratis) vengono a trovarti a casa - io ho fatto la chemio in estate e molti erano scesi in villeggiatura, che bello essere gettato in un letto e sapere che gli altri vanno al mare - ti fanno la faccia compassionevole e vanno via, o ancora peggio quelli che dicono "eh ma tu hai il tumore lo so, però anche io non sto bene, sono diversi giorni che mi fa male l'orecchio per via dell'otite..."
Ci sono però anche i lati positivi, la lezione di vita che il tumore mi ha dato, paradossalmente può capitare anche questo. Mi sono reso conto infatti di come molto spesso la gente corra dietro a cose futili, di importanza minima, litigi in famiglia, la smania di possedere un oggetto alla moda, la fine di un'amicizia, la macchina graffiata, la ricerca affannosa di un regalo di natale (e l'ho notato questo fatto in questi ultimi giorni, tra poco le feste finiranno e voglio vedere il 7 gennaio se quelle persone che non si vedono per un anno e due settimane prima si sono augurate buon natale e una settimana fa buon anno se si rivedono cosa si dicono), mi sono reso conto di come spesso il vero significato della vita non venga colto, la vita ha significato solo quando ti mostra la morte, ma anche guardare un cielo stellato, il mare, un tramonto, contemplarlo, chi lo fa davvero ? In questo, secondo me, il tumore, pur essendo una malattia potenzialmente letale, ti scava dentro e ti fa capire che spesso l'apparenza soffoca l'essenza.
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