La storia che segue è lo specchio della nostra attuale situazione (parlo di noi vittime del tumore al testicolo): il corpo ti lascia segnali che non sai interpretare. Antonio si accorge che qualcosa non va ma, non sapendo cosa fare, lascia passare del tempo prezioso (quasi una anno!) e rischia seriamente di perdere la vita. Questo sito nasce proprio per evitare che storie del genere si ripetano, si parla sempre troppo poco del tumore al testicolo e sempre meno si sente parlare di auto-palpazione.
Vi lascio alla storia che Antonio ha voluto scrivere di proprio pugno.
La mia storia clinica ha inizio il 15 Dicembre 2014, giorno in cui mi sono recato presso il policlinico di Bari a causa di febbre persistente, vere e proprie emorragie dalla bocca, difficoltà respiratorie e colorito giallognolo, ma qualcosa di strano nel mio corpo lo avevo notato già dal Gennaio 2014 a causa dell'indurimento e del gonfiore del testicolo sinistro. Per motivi banali, quali paura, vergogna e preoccupazioni varie, ho sempre rimandato i controlli che avrei dovuto fare invece il prima possibile.
Una volta arrivato al pronto soccorso e dopo essere stato accuratamente visitato, mi spiegarono che quei sintomi erano tutti collegati al testicolo gonfio: avevo quasi certamente un cancro che si stava espandendo nei miei organi vitali già da vari mesi.
Tutto quello che è seguito a quella visita è abbastanza confuso nella mia mente, ma quello che ricordo perfettamente è che dopo qualche giorno fui operato per asportare il testicolo malato, che misurava ben 9 cm di diametro, e fui trasferito dal reparto di urologia a quello di oncologia, per avere il responso delle analisi del cancro e per essere sottoposto a chemioterapia.
Le varie visite e l'esame istologico diedero come risultato un non seminoma misto, ovvero un carcinoma del sacco vitellino (carcinoma embrionale + tumore del sacco vitellino) che aveva creato metastasi epatiche e polmonari facendo così considerare il mio cancro al quarto ed ultimo stadio.
Una volta saputo ciò, fui sottoposto a varie cure per aiutare la respirazione, soprattutto tramite maschera CPAP, che ho portato per vari giorni e che ha dato ben presto ottimi risultati. Contemporaneamente ho iniziato la chemioterapia di primo livello, era il 24 Dicembre 2014. Il primo ciclo è stato terminato ancora in degenza e solo il 12 gennaio 2015 sono stato dimesso dall'ospedale. Questo tipo di terapia ha avuto una durata di 4 cicli + altri 2, al termine dei quali ho dovuto iniziare la terapia di secondo livello, in quanto erano state rilevate ancora delle masse tumorali, anche se non è mai stato ben chiaro se fossero attive o meno in quel momento.
Finiti questi altri 4 cicli, al termine dei quali ho ricevuto un'ulteriore conferma che la malattia fosse stazionaria, ho voluto avere un secondo parere e mi sono recato da un ottimo specialista milanese, che mi ha confermato una situazione più che positiva e molto più rosea di quanto mi abbiano detto a Bari. Secondo l’oncologo milanese, la mia situazione di partenza era gravissima, ma ora come ora è considerabile praticamente risolta, fatta eccezione per tre piccolissimi noduli di 1 cm ciascuno a livello del polmone, nella zona addominale e dietro un rene, che dovrò semplicemente tenere sotto controllo a vita. Sempre secondo il suo parere, nulla impedisce a questi tre noduli di rimpicciolirsi ulteriormente e da sé, infatti l'ultimo controllo effettuato in marzo 2016 ha rivelato un’ulteriore riduzione, pur avendo terminato la chemio da 4 mesi.
Parte importantissima della mia esperienza è stata la mia reazione: ho cercato di non piangermi mai addosso, ma di affrontare tutto a testa alta, perché l' umore è importantissimo e sin dal termine del primo ciclo ho deciso di riprendere una blanda attività fisica per tenere il corpo SEMPRE attivo. Di mia spontanea volontà,ho cercato un naturopata che mi consigliasse un tipo di alimentazione più sana ed anche cure alternative da unire alla chemio.
In merito all' alimentazione ho rivoluzionato interamente il mio modo di mangiare, eliminando carne, latte, uova, latticini e tutto quello che è di provenienza animale, eccetto determinati tipi di pesce: tutto questo è stato sostituito da cibi alternativi e di origine totalmente vegetale. A questo ho aggiunto molta frutta e verdura, sotto forma di frullati, spremute, estratti, ecc. Ho anche eliminato i cibi raffinati, ad esempio non consumo nulla che sia fatto di farina bianca, preferendo quella integrale, di segale, di kamut, e altre; ho sostituito il sale bianco con quello rosa e lo zucchero con lo zucchero di canna integrale, evitando tutti i prodotti che contengono tutti quegli alimenti che non consumo più.
Per quanto riguarda le cure alternative, invece, ho assunto aloe vera, aloe arborescens – e continuerò presumibilmente a farlo vita natural durante, anche perché è un ottimo antinfiammatorio consigliatomi anche dallo specialista milanese. Oltre a ciò, ho assunto anche un preparato naturale a base di Artemisia Annua.
La mia idea è che va bene tutto quello che può far bene: al massimo non sortirà alcun effetto, ma se può aiutare la mia salute a me va bene così.
Bruno Pasquale Antonio
Sull'ultimo paragrafo, dove Antonio ci parla dell'aloe e dell'artemisia, sento il dovere di aggiungere che l'unica vera strada da percorrere per vincere la malattia passa attraverso la medicina convenzionale: chirurgia, chemioterapia o radioterapia. Fermo restando che assumere integratori o preparati più o meno naturali potrebbe comunque aiutare, è sempre bene parlarne con l'oncologo che vi segue.