Chi si scontra con un tumore sa bene che potrebbe andare incontro a problemi di fertilità, non per il tumore in se ma per gli effetti della chemioterapia. Ovviamente non è una regola fissa, ma nel mio caso (tumore al testicolo), la possibilità di perdere la fertilità è una quasi certezza, ecco perché viene altamente consigliato di congelare il proprio seme.
Il primo impatto con la crioconservazione l'ho avuta nella stanza della dottoressa Palmieri, quando i suoi assistenti mi hanno messo in guardia sulle conseguenze della chemioterapia e, a loro dire, di quanto fosse importante fare il congelamento in una struttura pubblica. Purtroppo, e qui entra in gioco la mia solita mega (s)fortuna, questo tipo di attività veniva tranquillamente fatta al policlinico di Napoli ma per recenti problemi di budget la crioconservazione è stata soppressa, quindi vengo dirottato al policlinico Umberto I di Roma. Appuntamento alle 10,00 di Lunedì 21 Maggio 2012 alla V Clinica Medica.
La mattina del 20 Maggio 2012, io e mia moglie ci mettiamo in macchina per raggiungere una nostra cara amica che vive proprio a due passi dall'Umberto I. trascorriamo la serata a casa sua, con alcuni amici a guardare la finale di Coppa Italia (Juventus - Napoli 0 - 2, che goduria) mangiando glia arancini di spizzica e un po' di sushi. La mattina del 21 Maggio, sempre in riferimento alla mia infinita (s)fortuna, ci incamminiamo all'Umberto I sotto un diluvio universale. Nonostante, l'ombrello arriviamo alla V Clinica Medica bagnati fradici dalla testa ai piedi. Un paio di file per il ticket e per consegnare le analisi virali, fino a quando, una specializzanda molto gentilmente mi spiega tutto la procedura:
Si procederà al prelievo, tramite masturbazione, del seme. Successivamente verranno analizzati gli spermatozoi e solo se il seme è attivo e utile all'inseminazione, sarà congelato. Se così non dovesse essere dovrei ritornare tra qualche giorno per ripetere il deposito.
Inoltre, sarò costretto ad avere rapporti protetti per almeno un anno, meglio se due, perché la chemioterapia può alterare il DNA degli spermatozoi e, una eventuale gravidanza, potrebbe essere fortemente a rischio.
Insomma, dopo che mi spiega tutto, mi da' un recipiente per le urine e mi indica una stanza dove provvedere al deposito del seme. Appena entro nella stanza mi rendo conto che non è una "stanza" ma un semplice bagno (oserei dire un cesso). Non vi racconto lo squallore nel qual sono stato costretto a masturbarmi per depositare il seme, e non vi dico quanto sia stato difficile per me riuscirci, ma alla fine il deposito è stato fatto.
Dopo aver portato il recipiente in laboratorio sono stato congedato con l'unica ansia delle analisi del seme: se non lo avessero congelato avrei dovuto perdere almeno una settimana e questo avrebbe ritardato l'inizio della terapia, fissata per il giorno dopo.
Per fortuna (stavolta è proprio il caso di dirlo) tutto fila liscio. Seme congelato, futuro assicurato. Domani si comincia a combattere!!
6 - La chemioterapia: 68 giorni intensi, dolorosi e maledettamente lunghi.