Vorrei condividere con voi la storia di Vincenzo (per una questione di privacy utilizzo un nome di fantasia) che ho avuto modo di leggere recentemente. La vicenda è narrata dalla sua compagna che con Vincenzo ha vissuto e sta vivendo con forza questo periodo difficile.
Vincenzo ha 47 anni ed è padre di due figlie. Abitiamo in Sardegna, a Cagliari e nella sua storia clinica non ha mai mostrato nessun fattore di rischio. A gennaio 2015, a seguito di un colpo fortuito, Vincenzo lamenta dolore al testicolo sinistro, irradiato al fianco. Visto che gli fa molto male, si sottopone ad un controllo dal quale risulta che il testicolo sembra tumefatto ed aumentato di consistenza. Gli consigliano una visita urologia dalla quale gli viene riscontrata una orchiepididimite sinistra (una infiammazione sia del testicolo che dell'epididimo NdR) . Il medico gli consiglia riposo assoluto per una settimana e una cura di antibiotici.
L'infiammazione migliora ma i fastidi non passano del tutto, poiché le analisi del sangue (purtroppo non vennero prescritti marker tumorali) sono tutte nella norma Vincenzo lo attribuisce al fatto di non aver rispettato il periodo di riposo assoluto richiesto e purtroppo non fa l'ecografia di controllo (purtroppo qui Vincenzo ha commesso un grave errore, avrebbe dovuto fare l'ecografia e probabilmente la prognosi sarebbe stata ancora migliore, anche se i medici gli avrebbero dovuto spiegare per bene che non doveva trascurare la situazione NdR).
Ad aprile il testicolo aumenta di volume, non sto qui a cercare di spiegare perché non si è andati a visita prima, nessun motivo sarebbe valido, il fatto è che solo ora siamo in grado di affermare che il tumore era già lì. Il 15 luglio fa una seconda visita urologica, l'urologo prescrive i marker e una risonanza. I marker risultano tutti e tre elevati: bHcg 2230; Afp 221; Ldh 594 (sono valori molto elevati se si considera che la bHcg dovrebbe essere zero; l'Afp massimo 10; Ldh circa 250 NdR). Da quel momento cerchiamo di recuperare il tempo perduto.
Il 20 luglio andiamo in ospedale e facciamo visita urologica con ecocolor doppler, TAC torace e addome con mezzo di contrasto. Dai referti si legge: alterazione del didimo sx (il medico dice che del testicolo non è rimasto praticamente più nulla), non si osservano tumefazioni linfonodali né lesioni ossee, nella normalità fegato milza pancreas reni surreni, risultano invece nodulazioni polmonari numerose e diffuse (almeno 20 massimo 30 mm).
Il giorno seguente Vincenzo viene sottoposto a orchifunicolectomia radicale sinistra (intervento di rimozione del testicolo NdR). Il referto istologico evidenzia tumore misto a cellule germinali con infiltrazione dell'epididimo, dell'io e del funicolo spermatico costituito da: Carcinoma embrionario 55%; Corioncarcinoma 30%; Teratoma 10%; Seminoma 5%. Presenza di necrosi, diffusi aspetti angioinvasivi, pT3 (è una sigla che sta a significare: tumore che invade il funicolo spermatico con o senza invasione linfatica/vascolare NdR). L'oncologo a cui ci siamo affidati parla di malattia avanzata con buona prognosi e 3/4 cicli di PEB.
Vincenzo inizia il primo ciclo di PEB il 3 agosto, ma non ha potuto iniziare il secondo ciclo per effetto di una leuconeutropenia (WBC 2300 NE 650) (è frequente, quando si fa la chemioterapia, che i globuli bianchi scendano sotto i livelli di allarme, nel mio caso facevo stimolazione midollare prima di iniziare il ciclo proprio per evitare di perdere tempo NdR). Dovrà fare due stimolazioni midollari venerdì e sabato (sono farmaci che mirano a sollecitare il midollo osseo alla produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine NdR).
Tutti i giorni penso al fatto che abbiamo perso diversi mesi e lo sottolineo sempre, sperando che qualcun altro possa non fare lo stesso errore. Dopo aver letto tutto quello che si può trovare su dottor Google, so anche che il primo urologo doveva dire a Vincenzo che la visita andava fatta obbligatoriamente qualora non fossero scomparsi tutti i sintomi. Ma purtroppo non possiamo cambiare le cose.
È inutile che provi a nascondere a voi il fatto che dal 18 luglio siamo entrati in un tunnel e viviamo in apnea. Ma abbiamo anche deciso di non lasciare che la malattia attraversi le nostre vite invano, pensiamo debba essere un'occasione per migliorarle, per ridare assoluta priorità ai valori più importanti, che talvolta si perdono un po' di vista. Per il resto lottiamo con tutte le forze che abbiamo, cercando di guardare sempre fisso l'obiettivo.
Spero che il mio abbraccio raggiunga indistintamente ciascuno di voi, e che possa dare coraggio e conforto a chi è nel vivo della battaglia.
Leggendo queste righe mi viene molta rabbia. Quando Vincenzo ha fatto la prima visita doveva fare anche un'ecografia, al più doveva prima curare l'infezione e poi tornare per un controllo ecografico. E' ovvio che non si va mai a pensare ad un tumore, soprattutto se si va dal medico per un colpo ricevuto, ma una ecografia testicolare è davvero cosa semplice ed immediata, un buon radiologo avrebbe notato subito che c'era qualcosa che non andava. Per quanto riguarda la chemioterapia, come ho già detto, a me facevano fare la stimolazione midollare alla fine dei cinque giorni consecutivi di somministrazione (come riportato in questo post), in questo modo Vincenzo non avrebbe perso tempo per iniziare il secondo ciclo.
Resta comunque la buona prognosi e da come leggo, sia Vincenzo che la sua compagna sono dei grandi combattenti. Cercate di fare tesoro di questa storia, non lasciate mai nulla al caso, se avete dubbi rivolgetevi ad un altro medico, cercate sempre di ottenere tutte le informazioni e di rivolgervi ai centri di riferimento. Il tumore al testicolo è un tumore raro, un oncologo o un urologo, anche se molto bravi, non ne vedono moltissimi, mentre un centro di riferimento si specializza , conosce ed applica con attenzione le linee guida da seguire. Se viene fatto tutto secondo le regole e se la prognosi è buona, non c'è proprio nulla da temere.